«Peccato, ma mi sono abituato». Oggi è a Salisburgo La politica «I 75 milioni stanziati dal governo per la lirica sono una buona notizia, anche se ancora pochini»

DAL NOSTRO INVIATOSALISBURGO? «Vuole sapere se mi manca l?Italia? No». Luca Pisaroni è un basso-baritono di successo. A 38 anni, oggi canta per l?undicesima volta al Festival di Salisburgo. Nel Così fan tutte di Mozart si esibì anche dieci anni fa al Regio di Torino. Ma non è questa l?anomalia: l?anomalia è che è quella è stata l?unica volta che ha cantato nel nostro Paese. «Che poi è il mio Paese. Sì, sono nato in Venezuela. Ma i miei genitori sono italiani, sono cresciuto in Italia. Quando dovevo iniziare le elementari, papà ha lasciato il negozio di ricambi d?auto a Caracas e siamo andati nella sua città d?origine, a Busseto. Lì mio nonno materno mi ha aperto le porte del canto. Ricordo l?emozione di quando ascoltai Boris Christoff. Poi in tv vidi la pubblicità dei Mondiali di calcio del 1986, con il gol di Tardelli e Pavarotti che canta ?Vincerò? dal Nessun Dorma della Turandot. Fu allora che decisi di fare il cantante. Avevo 8 anni». Pisaroni ha contratti per i prossimi quattro anni: Berlino, Parigi, New York, Londra. A Salisburgo la prossima estate debutterà come Leporello nel Don Giovanni , titolo che ha inciso per la Deutsche Grammophon insieme con Anna Netrebko. «Leporello in Austria? Un sogno che si avvera». Nessuna data in Italia? «Nessuna». Come se lo spiega? «Mi rendo conto che fare i sovrintendenti non è facile, è anche una questione politica e culturale. Alla Staatsoper di Vienna conoscono il budget e programmano da qui al 2018. Dovrei rifiutare di cantarvi perché forse in Italia qualcuno all?ultimo momento mi chiamerà? Non credo che qualcuno ce l?abbia con me, ma forse c?è il fatto che non ho fatto gavetta, non sono cresciuto artisticamente in Italia. E ho avuto fortuna. Al tempo in cui studiavo al Conservatorio di Milano, cantavo nel Don Giovanni in Romania, tra il pubblico c?era il direttore artistico del Festival di Salisburgo che mi propose un?audizione con Harnoncourt. E mi prese».Pisaroni sa che il governo ha stanziato 75 milioni per i teatri in sofferenza economica. Ma il giorno dopo ha letto che i sindacati del Carlo Felice di Genova, a causa di una minaccia di licenziamento, hanno fatto sciopero. «Una protesta che penalizza lo spettatore. Vivo da otto anni a Vienna, di scioperi non c?è mai stata l?ombra. In Austria lo Stato ha deciso che l?arte è fondamentale e vi investe del denaro. I 75 milioni sono una buona notizia, anche se mi sembrano pochini». A Salisburgo, Luca è andato a sentire il Don Carlo dove canta suo suocero, Thomas Hampson. Ha sposato Caterina, la figlia adottiva di Hampson, una graziosa ragazza che si occupa di web-design, cura i siti di Anna Netrebko e di Renée Fleming. «Cantavamo nel Don Giovanni e nella scena in cui mi picchia ogni volta lo faceva più forte. Allora gli ho detto: rendiamo ufficiale la mia relazione con tua figlia, così non mi pesti più!». I due hanno tenuto un recital insieme a Busseto. Organizzarlo è stata un?impresa. Ragazzi, è il bicentenario di Verdi, ed eravamo a Busseto? Mi sono dovuto abituare a vivere senza l?Italia, a volte fingo di non essere italiano. A parte il Così fan tutte , in Italia mi sono esibito solo in tre concerti, a un Capodanno a Venezia, al Maggio Fiorentino diretto da Riccardo Muti e a Roma per l?Accademia di Santa Cecilia. Mi fa arrabbiare che sputiamo sul piatto del nostro patrimonio culturale». Come sarà il suo imminente Così fan tutte ? «Sven-Eric Bechtolf ha ideato una regia rispettosa: un giardino d?inverno, una piscina, niente di spinto. Bisogna essere rispettosi ma aperti. Ho visto il Falstaff di Michieletto, c?è un?idea molto forte e coerente che mostra tutta la malinconia dell?ultimo Verdi, in Italia talvolta prevalgono i pregiudizi, gli schieramenti, i giudizi a priori». Una voce italiana che interpreta le Cantate di Bach in tedesco al Musikverein di Vienna. «Lasciatemelo dire, non è così comune».© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cappelli Valerio