Teatro alla Scala

Dal 6 maggio al 6 giugno torna sul palcoscenico della Scala Don Giovanni di Mozart, firmato da Robert Carsen per il 7 dicembre 2011. Sul podio Paavo Järvi. Thomas Hampson veste i panni dell’audace libertino; suo fido servitore è Luca Pisaroni. A loro abbiamo chiesto giudizio su uno dei massimi capolavori dell’intera letteratura operistica.

Goethe già nel 1797 considerava il Don Giovanni di Mozart una vetta insormontabile. Come ci si accosta a un’opera così importante?

PJ: Goethe aveva ragione! Quando studio la partitura mi sento in soggezione ma al contempo ritorno alla mia infanzia. Sono cresciuto in teatro – mio padre era Direttore principale all’Opera di Tallin – ascoltando prove e vedendo spettacoli e Don Giovanni era il mio preferito. Per me, dunque, non si tratta solo di una grande partitura ma di un ponte con la mia fanciullezza.

TH: Nel corso della mia vita ho avuto la possibilità di lavorare con mozartiani come JeanPierre Ponnelle e Nikolaus Harnoncourt, e ho letto tutto il possibile su quello che proprio Harnoncourt definiva «il più grande drammaturgo della storia della musica».

LP: All’inizio ho ascoltato tutte le registrazioni e non è stata una buona idea perché mi sono semplicemente sentito inadeguato. Avendo poi interpretato Leporello un paio di volte credo di aver identificato alcuni snodi centrali del personaggio che cerco di portare con me in tutte le produzioni.

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