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By Courtney Smith

Pur essendo cresciuto nella città natale di Verdi, Busseto, e nonostante l’affetto riservato al grande compositore, il repertorio per cui è celebre oggi il giovane basso-baritono è diverso: Mozart, Händel, Haydn e Rossini; solo in quest’ultima stagione, Luca è stato per ben tre volte Figaro nelle Nozze di Figaro di Mozart: alla San Francisco Opera, all’Opéra de Paris e alla Wiener Staatsoper. Il successo si è presentato con tutta calma, quasi un decennio dopo il suo debutto professionale (a 26 anni), nei panni di Masetto, nel Don Giovanni di Mozart durante il Festival di Salisburgo.

La casa di Luca è a Vienna, con la moglie Catherine, proprietaria e capo designer di Lenny’s Studio, giovane agenzia di web design specializzata nella progettazione e gestione di siti web per i professionisti della lirica.

La coppia non si allontana mai troppo dai cani di famiglia, il cui ottimo carattere è ben conosciuto dai fan di Pisaroni. Lenny, un golden retriever di 8 mesi, e Tristan, un mini bassotto di 2 anni, accompagnano la coppia in viaggio e hanno persino una fan page tutta per loro su Facebook, oltre agli update a loro dedicati sulla pagina Facebook di Pisaroni e sul suo sito web.

La prima parte dell’estate di Pisaroni è stata fitta di performance americane: Stabat Mater di Rossini, con la Cleveland Orchestra e la Nona di Beethoven con l’Orchestra sinfonica di Dallas. Poi, via verso l’Inghilterra per cantare Argante nel Rinaldo di Händel, all’interno dell’edizione 2011 del Glyndebourne Festival, e ancora a Baden-Baden, dov’è stato Leporello nel Don Giovanni di Mozart con la Mahler Chamber Orchestra.

La settimana scorsa, Pisaroni è arrivato a New York per partecipare a un concerto in memoria dell’11 settembre, alla Trinity Church. A seguire, dovrà prepararsi per due nuove produzioni della Metropolitan Opera che lo terranno impegnato fino al gennaio del 2012: sarà di nuovo Leporello nel Don Giovanni mozartiano, con prima a ottobre, e poi Caliban in The Enchanted Island (un mélange di composizioni barocche di Händel, Vivaldi, Rameau e altri), a partire da dicembre.

Al telefono da New York, Luca ha condiviso con noi qualche riflessione.

Hai cominciato gli studi musicali al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Quali sono i momenti più belli del tuo periodo milanese?
Ho bei ricordi di Milano, ma la cosa migliore che mi sia successa è stato l’incontro con il tenore argentino Renato Sassola. È stato un pianista della Scala a presentarci. Quell’incontro mi ha cambiato la vita. In quel momento non ero soddisfatto del mio insegnante al Conservatorio, e fare una lezione con Sassola è stata una rivelazione: ha cambiato completamente l’idea che avevo del modo in cui avrei dovuto cantare. Inizialmente ho fatto tre lezioni con lui alla Scala, e poi ho deciso di trasferirmi a Buenos Ayres per un anno, per poter lavorare con lui. Mi ha aperto nuovi orizzonti e mi ha insegnato a cantare proprio come sognavo.

Del mio periodo a Milano, comunque, ho due momenti preferiti:

Il primo sarà un po’ spiazzante… è stato un concerto di Michael Jackson, nel 1997. Un mio amico aveva dei pass, e anche se non ero sicuro che mi sarebbe piaciuto, mi sono detto: “Ma sì, perché non andarci senza fare tante storie?”. Non do giudizi sulla sua voce, visto che non seguo la musica pop, ma lo spettacolo è stato qualcosa di incredibile. Solo sulla base della sua performance, ho pensato subito che avrei ascoltato Michael Jackson per sempre. È stata la cosa più bella che io abbia mai visto, parlando di pop music.

l mio secondo ricordo preferito di Milano appartiene a un periodo in cui andavo alla Scala quattro volte alla settimana – visto che, allora, un posto in piedi costava 10.000 lire, circa 5 euro – e così ho visto le opere più belle. Uno dei momenti più memorabili è stata la serata di sciopero durante una rappresentazione della Traviata di Verdi. L’orchestra aveva deciso di entrare in sciopero pochi minuti prima dell’inizio. Ciononostante, Riccardo Muti ha deciso di andare avanti con lo spettacolo e ha accompagnato i cantanti al piano. All’inizio, pensavo che avrebbe suonato solo i momenti salienti e qualche aria, invece ha eseguito quasi tutta l’opera.

In generale, quali sono i personaggi che canti più volentieri?
Mi diverto a interpretare i cattivi, i tipi perfidi, perché così metto in gioco le mie capacità di attore. Un ruolo familiare, come Figaro, è più vicino alla mia sensibilità e non devo riflettere più di tanto sulla motivazione che spinge il mio personaggio. Ma quando invece devi entrare nei panni di un malvagio, come Tiridate nel Radamisto o Argante nel Rinaldo, devi spingerti davvero al limite.

C’è un personaggio nel tuo repertorio futuro che aspetti con particolare entusiasmo?
Non vedo l’ora di cantare come Maometto nel Maometto Secondo di Rossini. Lo farò la prossima estate, nel 2012, a Santa Fe, ed è un ruolo estremamente stimolante. Sarà un debutto, per me, in questo ruolo, oltre ad essere la prima mondiale della nuova edizione critica a cura di Philip Gossett. Il professor Gosset ci sta lavorando proprio in questo periodo – la partitura vocale dovrebbe essere pronta intorno a ottobre – e ogni volta che ha una nuova scena, me la invia. Quindi è un lavoro in evoluzione costante. È un piacere lavorare con qualcuno così intelligente  e così preparato sul compositore. Ne sono davvero entusiasta perché è un ruolo da sogno per un basso-baritono. Nel 1994 l’ha interpretato Samuel Ramey alla Scala. Io c’ero, e mi ricordo di aver pianto, pensando “Non avrò mai la possibilità di cantare in questo ruolo”, e invece, ecco che ne ho l’opportunità. Dovrò davvero impegnarmi per arrivare a quel livello!

I fan che ti seguono su Facebook e Twitter sanno che i tuoi due cani ti seguono ovunque. Qual è la loro storia?
I cani sono una parte importantissima della vita mia e di mia moglie. Certo, viaggiare con un cane di taglia piccola è abbastanza comune. Ma noi ne abbiamo due, e uno è un golden retriever, e questa è una cosa molto meno comune. Di sicuro posso dirvi che passo un sacco di tempo a occuparmi delle loro prenotazioni aeree e ad assicurarmi di trovare sistemazioni pet-friendly.
Il fatto che i cani vengano con me mi tiene con i piedi per terra. Poter viaggiare con mia moglie e con i nostri cani è un enorme privilegio. Passo gran parte dell’anno lontano da casa, ma va bene così, perché in questo modo mi sento come se fossi a casa davvero ovunque.

13 Settembre 2011