Firenze, Luca Pisaroni: “Ho l’Italia nell’anima ma non si prende cura del suo patrimonio musicale”
ScrollIl baritono si è formato a Busseto ma vive a Vienna. Sarà l’11 novembre alla Pergola: dalle romanze di Rossini ai songs americani di Gershwin e Porter.
di GREGORIO MOPPI
“Perché è musica ben scritta, più raffinata di quanto si creda. Sono composizioni gentili che all’interprete richiedono purezza di emissione, varietà dinamica, di colori, tanta attenzione alla parola in modo tale da creare un clima colloquiale con l’ascoltatore. Sbagliato raffrontare questo repertorio al melodramma. ‘Vanne, o rosa fortunata’ di Bellini, che apre il mio concerto, non si può certo cantarla come ‘Celeste Aida’. Da italiano sento il dovere di rappresentare la mia patria anche portando nel mondo questi gioielli che noi spesso disdegnamo, ma che, se affrontati con serietà, non hanno nulla da invidiare ai Lieder di Schubert. Le ariette di Bellini, per dire, sono come piccole scene d’opera. Nello spazio di tre, quattro minuti bisogna riuscire a dipingere una situazione, un personaggio, facendo piombare repentinamente il pubblico nel cuore di una storia per appassionarlo subito. E tutto senza l’ausilio di scene e costumi: la voce nuda sul palcoscenico”.